27 February 2006

Sfilata di carnevale???? e chi se la ricorda....










_Una sfilata da ricordare...se solo ci riuscissi.
Ogni anno il sabato sera che precede la battaglia delle arance vede Ivrea tingersi dei colori delle squadre degli aranceri...la mia è Gli Scorpioni di Re Arduino, o meglio, gli ARDUINI. Quest'anno, finalmente, partivamo per primi come ordine, subito dietro il corteo storico della Vezzosa Mugnaia...dico finalmente perchè solo la squadra che vince l'anno precedente il tiro delle arance ha questo privilegio...ed era dal 1990 che gli Arduini nn vincevano...comunque peccato che a metà sfilata io e mio fratello abbiamo dovuto abbandonare il campo perchè eravamo delle MACERIE AMBULANTI...nel senso che c'era più alcool in corpo che altro... e così il giorno dopo...invece di andare a tirare le arance in piazza, mi sono ritrovato nel letto a casa a smaltire una sbronza colossale...vabbè..oggi il mio dovere di arancere l'ho fatto, sono sceso in piazza per la battaglia delle arance e per adesso nessun occhio nero...ma domani cercherò di fare del mio meglio.


Per chi ne volesse sapere di più su questa manifestazione che dura da 199 anni, ecco il sito ufficiale: http://news.carnevalediivrea.it/
se volete conoscere la mia squadra: http://www.aranceriarduini.com/

23 February 2006

Maxwellrender.





_Plug-in for MAX.

Maxweel Render è uno degli innumerevoli plug-in che potete trovare in rete ( con software peer-to-peer si intende) per poter renderizzare come si deve....io sono dell'idea che un buon render può essere fatto anche con lo scanline senza impazzire con i vari plug-in, ma bisogna essere veramente bravi....( guardate qui). Quindi se si è alle prime armi e nn si vuole utilizzare il mental Ray di Max, consiglio a tutti di buttarsi sul mitico V-ray, che per il rapporto qualità e velocità nn ha rivali. Cmq vedendo girare sto Maxwell in laboratorio di progettazione tra i portatilini dei ragazzi mi è venuta voglia di cimentarmi su questo motore. Ecco i risultati del primo pomeriggio di testing utilizzando la classicissima Teapot con applicato un modificatore Sphery:



Il motore è forse il più potente mai realizzato, ha solo un picolo difetto: TEMPI BIBLICI per la realizzazione dei render. Ha dei tempi pazzeschi, troppi, per nn parlare di quando la scena si complica in termini di poligoni, il sistema crasha. L'interfaccia è semplicissima, i parametri da settare sono pochissimi ma i tempi che si dilatano mi scoraggiano parecchio, quindi...Per i lavori di architettura poi, in cui la velocità è tutto perchè i tempi sono strettssimi, il motore diventa inutilizzabile...Però se guardiamo le gallery sul sito possiamo vedere che render così li fà solo questo plug-in...ma se nn hai compuetr mostruosi in stile RENDER FARM come hanno alla Pixar o allo Stack Studio ...beh diciamo che torno a V-ray!!!


ecco il sito ufficiale:
http://www.maxwellrender.com/
qui il portale verticale italiano:
http://www.maxwellrender.it/

22 February 2006

PalaIsozaki.


Ecco il primo video delle olimpiadi:
Scusate la qualità delle riprese ma ho dovuto comprimerlo un pò per uplodarlo in tempi accettabili. Anke le immagini nn sono un grankè perchè quel giorno in piazza Castello c'era il delirio per la fiaccola portata dai tedofori...beh lo vedrete nel video. Tutte le foto sono made by Dag , scattate appena uscito da una partita di Hockey al palaIsozaki( ehehhe). Thanks Bollito!
_Andrea Maffei (capoprogetto della Isozaki&Associates) racconta:
I primi obiettivi che ci eravamo posti, iniziando il progetto di concorso, erano innanzitutto di tipo urbanistico. La possibilità di trasformare un’area così vasta della città appariva come l’occasione di interpretare il linguaggio della città di Torino e non solo di creare un edificio a sè stante. L’area del concorso, svoltosi nel 2001, comprendeva gli esistenti stadio comunale e torre “Maratona”, il prospiciente parco di piazza d’Armi e l’area “ex-Combi” retrostante. L’attuale corso Sebastopoli era previsto da interrarsi per unire il parco e gli impianti sportivi in una nuova cittadella dello sport, come è avvenuto a Montjuic per le olimpiadi di Barcellona del 1992.Nel contesto esistente i volumi dello stadio e della torre fungevano da elementi accentratori e il resto era solo di contorno. Nel nuovo progetto abbiamo puntato a creare un sistema urbano che integrasse i volumi degli edifici e i “vuoti urbani” – le piazze e il parco – in un rapporto dinamico con il resto della città. Torino è caratterizzata da una griglia ortogonale e regolare di strade e piazze. Nel masterplan del progetto abbiamo voluto riprendere il linguaggio ortogonale e tradurlo nel volume rettangolare del palahockey e nel landscape design rettilineo e regolare del parco.La torre “Maratona” preesistente svolge un ruolo accentratore, posta di fronte al parco e al termine di un nastro d’acqua nel quale si rispecchia. Il vecchio stadio è un’opera di architettura molto interessante, con proporzioni azzardate, per contenere in un basso edificio grandi masse di pubblico.Il nuovo palahockey si relaziona al vecchio stadio, che prevedevamo di restaurare e di lasciare allo stato originale, e ne reinterpreta le proporzioni con l’uso di materiali moderni.Il parco di piazza d’Armi viene ridisegnato per interpretare e sottolineare le relazioni dei vari impianti. Un grande prato vuoto riporta le dimensioni del nuovo palahockey nel disegno del parco e una serie di grandi spazi verdi bidimensionali ripercorrono i ritmi e le consequenzialità degli impianti sportivi a fronte. L’esistente corso Sebastopoli viene chiuso al traffico e trasformato in una grande piazza pedonale tra il parco e gli impianti, la nuova “piazza d’Armi”, per consentire la gestione dei grandi afflussi di pubblico e creare un luogo ufficiale e rappresentativo per l’evento olimpico.Il palahockey è composto da un grande volume in acciaio inox di 183x100 metri fluttuante su una base trasparente in vetro alta 5 metri. Le misure dei nuovi edifici sono sempre state relazionate alle proporzioni del vecchio stadio comunale, alto solo 15 metri. A questo scopo abbiamo arretrato la copertura principale del palahockey per lasciare a vista un parallelepipedo rettangolare in acciaio inox, con la stessa altezza dell’affascinante ellisse in cemento del vecchio impianto. La relazione tra un rettangolo scintillante e un volume curvo opaco, con la torre in mezzo, permetteva di creare interessanti tensioni e sfumature visive tra il vecchio e il nuovo. Se avessimo adottato una forma ellittica, spesso usata negli impianti sportivi, avremmo solo riecheggiato il vecchio stadio, mentre la scelta di una forma del tutto diversa ci permetteva di enfatizzarlo e di accentuarne il valore. Le facciate del palahockey contribuiscono al dialogo con pannelli in acciaio inox a bugnature ellittiche che riflettono il vecchio stadio.Per ridurre al massimo l’altezza dell’edificio la pista di hockey è stata posizionata a quota –7,50m e le tribune si sviluppano in parte interrate e in parte fuori terra. Il pubblico accede da quota +0,00m e si distribuisce nella tribuna inferiore o superiore senza l’uso di complesse scale di distribuzione, ma solo con i percorsi interni alle tribune.Il nuovo palahockey è stato pensato con grande attenzione all’uso post-olimpico, come in Palau Saint Jordì a Barcellona, realizzato per le olimpiadi del 1992, che oggi ospita concerti e grandi manifestazioni. A questo scopo è stato progettato un sistema di solaio mobile che si solleva da quota –7,50m e chiude lo spazio interrato fino a quota +0,00m, per creare un’ampia sala di 130 x 61,4m utilizzabile per grandi eventi come conventions, atletica indoor, concerti rock, manifestazioni, sport indoor, fino a 15000 spettatori. A questo scopo le tribune inferiori sono tutte telescopiche e possono impacchettarsi lateralmente per lasciare spazio libero al solaio di sollevarsi con martinetti a spirale. Nella città industriale di Torino si crea una sorta di “fabbrica degli avvenimenti”, progettata nel dettaglio per un’infinita potenzialità d’uso futura attraverso solai e tribune mobili che si spostano e permettono di modificare la distribuzione degli spazi interni in innumerevoli configurazioni.

19 February 2006

Scintille di passione.




Ecco un bel video per tutti quelli che sono all'estero...( si vede anke l'arco rosso e Isozaki per un attimo).



Uno dei momenti più entusiasmanti della Cerimonia d'apertura è stato l'ingresso nello Stadio Olimpico le Scintille di passione, sei pattinatori in linea inguainati nelle tute rosse e nelle protezioni disegnate da Dainese studiate appositamente dal D-Tec (Dainese Technology Center) diretto da Luigi Ronco, che hanno sfrecciato a 70 chilometri all’ora con un casco Kombat-T progettato da Roberto Parissenti ed il suo staff da cui usciva una lunga lingua di fuoco ecologico che sfrutta la polverizzazione del licopodio, pianta che cresce nelle radure delle Alpi e dell’Appennino."Protection to wear", protezione integrata nei capi di abbigliamento: questo è il concetto che permea le collezioni multisport estate-inverno Dainese ideate dall'art director Renato Montagner in collaborazione con il D-Tec.Dal punto di vista stilistico, l’approccio fortemente tecnico ha permesso a Dainese di agire sulla forma e su uno stile aggressivo e deciso, e di utilizzare tessuti performanti abbinati a inserti in fibra di carbonio e titanio per sopportare i rischi e le sollecitazioni previste .
Io e dag alla cerimonia eravamo presissimi quando arrivavano in scena le scintille di passione, veramente dei grandi!!!

Grafica Olimpica.



_Come il Neuropol e l'accostamento di due colori può fare così tanto!!!
Comunicare attraverso un concept visivo unico il volto e i valori dei Giochi e quelli del territorio che li ospita: è questo, in sintesi, il compito del "Look of the Games", il sistema integrato di comunicazione che si sviluppa attraverso i diversi elementi di visibilità dell'evento Olimpico. È l'immagine, l'identità visiva delle Olimpiadi: il carattere peculiare e il tema specifico che caratterizza i Giochi. Il Look caratterizza in ogni edizione l'allestimento dei siti di gara, l'abbigliamento sportivo, le uniformi, le medaglie, i pittogrammi e i prodotti editoriali. Per Torino 2006 il concept scelto è la "Piazza", una metafora perfetta di ideali aggregativi, tipici sia di un'Olimpiade che del più puro stile italiano. La piazza del 2006 è ricca di contrasti: architettonici, culturali, stilistici, di linguaggi e opinioni, che al suo interno si mescolano, ognuno conservando la propria unicità, anzi arricchendosi l'uno con l'altro. La tradizione vive nella modernità, la storia passata con l'attualità, l'arte con il commercio. Attorno al filo rosso Olimpico si annodano le peculiarità italiane: la cultura, lo stile, l'innovazione, l'enogastronomia, lo sport e l'ambiente. Gli strumenti attraverso cui questa unicità si esprime sono:
La trasparenza: i colori si mescolano insieme creando toni inediti e ricchi, con sfumature che evocano i paesaggi italiani.
La prospettiva: teorizzata e realizzata dagli artisti del rinascimento italiano (Brunelleschi, Alberti, Masaccio, Piero Della Francesca), la prospettiva si affaccia per la prima volta nel Look of the Games di un'Olimpiade, conferendo alla piazza una più marcata profondità. Nelle arcate dei portici, nei profili delle montagne.

I contrasti, l'essenza di Torino:
Giorno/notte: espresso nella ricca palette di colori che gioca su luce naturale opposta all'illuminazione artificiale
Città/montagna: linee regolari e rigide per la città; morbide e naturali per la montagna
Ghiaccio/neve: le capitali del ghiaccio, Torino e Pinerolo da un lato e il sistema montano degli sport della neve dall'altro.
Rosso il colore della passione, blu i colori del ghiaccio, del cielo e della notte. Con queste tonalità sono stati allestiti i siti olimpici, competitivi e non competitivi, a Torino e nei Comuni sedi di gara, con motivi grafici riportati su bandiere, teli e altri elementi decorativi che comunicano l’identità visiva dei XX Giochi Olimpici Invernali e il loro carattere, la loro personalità, ma anche l’immagine della città, della regione e del paese ospitante: il “Look of the Games”.Il Look of the Games ha richiesto un ingente sforzo organizzativo, solo alcuni numeri:
8000 metri quadrati di PVC applicato all’esterno degli edifici
Oltre 150 km di tessuto per la copertura di transenne, parapetti e recinzioni
Più di 7000 insegne per esterni e interni, per una superficie pari a 22mila metri quadrati
44mila metri quadrati di PVC per la copertura delle tribune
82 loghi tridimensionali posizionati in luoghi particolarmente visibili, quali torri o trampolini del salto
Oltre 28mila poster per la decorazione degli interni.

Dalle torri del Sestriere all’aeroporto di Torino, dal Lingotto ai Villaggi Olimpici a tutti gli impianti che verranno utilizzati per le gare, il
Look of the Games veste in modo omogeneo, componendo una grande piazza virtuale, i siti protagonisti dei XX Giochi Olimpici invernali.

Fiamma Olimpica.




La fiamma olimpica, o fuoco olimpico (o, ancora, torcia olimpica, da distinguere e tenere separati il fuoco o fiamma dalla torcia o fiaccola, che attraverso una staffetta viene portata in giro per il mondo), è un simbolo dei Giochi Olimpici. Le sue origini risalgono all'Antica Grecia, quando un fuoco veniva tenuto acceso per tutto il periodo di celebrazione delle Olimpiadi antiche. Il fuoco venne reintrodotto nelle olimpiadi del 1928, e da allora fa parte del cerimoniale delle Olimpiadi moderne. Colui che porta la fiamma olimpica viene detto tedoforo(portatore della "teda", fiaccola cerimoniale).
...anke WIKIPEDIA si attrezza per le Olimpiadi.
Per le notizie tecniche vi rimando al post sul Blog della casa del GP, dove Ale ha fatto un ottimo articolo correlato di foto.
Questo è il link del sito ufficiale: http://www1.fiammaolimpica.it/
Io me la sono vista in piazza Castello e come tedofori speciali c'erano: Del Piero, la Litizzeto e il principe di Monaco.

18 February 2006

torinOLIMPICA.


_Torino Olympic Host City.
Questo è lo slogan che recitano le reti colorate di rosso che tappezzano Torino per nascondere quei cantieri che sono rimasti un pò indietro e nn sono poi così tanto belli da vedere...come la biblioteca di Bellini...un altro slogan è PASSION LIVES HERE. Mai nessun motto come questo è stato così azzeccato...Ma andiamo con ordine e torniamo all'inizio della settimana...E così che martedi scorso ( 15 feb), io e elenina ce ne andiamo in giro per Torino a visitare i siti olimpici..."Spegni la tv e andiamo fuori, cè un bel sole"...Cavolo, è vero, una giornata splendida...così, si parte,macchina fotografica in spalle, cartina dei tram alla mano e tanta voglia di respirare un pò di spirito olimpico...Il tour inizia a casa Italia, al Castello del Valentino, padiglione stand dove sono esposti i prodotti tipici del bel paese e dove la sera gli atleti fanno dei festini da paura..Si prosegue allo Stadio Olimpico (ex stadio Comunale) per vedere la fiamma olimpica che rimane accesa per tutto il periodo delle gare ( in barba alla crisi delle scorte del gas importato dalla Russia, ma quando cè una tradizione da portare avanti... questo e altro). Giusto il tempo di scattare qualche foto e ci accorgiamo che anke una troupe del tg5 ( Mediaset) ha scelto come background del servizio la fiamma olimpica...Riconosciamo Lucia Blini, l'inviata di turno che deve fare un servizio in diretta al tg delle 13...Ahahah...Il tour prosegue con il villaggio Olimpico, ma di questo ne ho già parlato in precedenza...Per raggiungere l'Oval, in zona Lingotto prendiamo il tram, perchè a piotte non gnà famo...
L'Oval , progettato dallo studio Zoppini associati, è l'unica struttura olimpica che verrà riconvertita per ospitare delle fiere, perdendo così la sua funzionalità di contenitore dello sport sul ghiaccio...Sta per iniziare lo Speed-Skating, gara a staffetta che poi vinceranno gli Italiani ( MITICI!!!), e incomincia ad intortarmi un grosso tipo di nazionalità nordica...Pronuncia un inglese indescrivibile e nn capisco un mazza..poi mi mostra in top-secret dei biglietti che ha in mano....ahahaha...ho capito tutto..è un bagarino ( si scrive così?)
che mi vende i biglietti illegali senza farsi vedere dagli sbirri...Ma devono venire dall'estero per infinocchiarmi??? io gli spiego che faccio un giro per scattare un pò di foto e mi saluta con un grosso sorriso...caspita, eravamo proprio di fronte alla biglietteria e a due metri c'erano una decina di poliziotti... Sul Metro poi leggo, nei giorni seguenti, che le autorità hanno arrestato un messicano e altri stranieri ( dalla finlandia mi pare) che vendevono biglietti contraffatti o illegali...Per nn parlare di quei 2 geni di americani che hanno affittato un locale in piazza Castello che hanno adibito a biglietteria per i giochi olimpici, senza informarsi prima che in Italia la cosa è vietata e che per questa occasione solo la Toroc ha i diritti di vendita dei biglietti..Non sono stati arrestati ma i biglietti sono stati tutti sequestrati...e ogni tanto in TV vediamo qualche buco fra gli spalti...
Il giro prosegue con il Palavela di Gae Aulenti, che una volta visto da vicino, mi sembra un'ottimo riadattamento dell'opera precedente di Franco Levi. La sera visto in tv per il pattinaggio artistico a coppie, sembra proprio una bella architettura...strano perchè a me l'architetta milanese nn ha mai entusiasmato...ma in questo progetto le cose sono cambiate. ( Mitico *ndrea *asso e *avide *occa che ci hanno lavorato su anke loro...eheheheh) Il Palavela suscita particolare attenzione e stupore per la sua caratterizzazione formale e per le sue dimensioni: l'edificio, con base esagonale inscritta in un cerchio di 130 m. di diametro, è costituito da una struttura in cemento armato “a vela” realizzata su tre archi accostati, tra loro ruotati di 120 gradi ed ancorati a terra su tre dei sei vertici dell'esagono.E'un'opera nella quale è difficile cogliere il “limite” tra architettura e ingegneria, dove ciò che ci colpisce è l'enorme spazio interno delimitato dalle vetrate laterali e dalla intersezione delle tre volte in copertura: siamo di fronte ad una architettura non consueta, difficilmente divisibile e frammentabile. Un vero e proprio “monumento”.
Comunque la Sera Torino vive il periodo migliore della giornata: i negozi aperti fino a tardi, locali in festa e i concerti dei BIG al Medal plaza in Piazza Castello...COOL!!! Strano perchè di solito alla sera nn vedi l'ora di correre a casa, metterti le pantofole , cenetta e tv...per scappare dal freddo Torinese...Ora la gente se ne infischia e sta in piazza, e se ti avvicini a tutte quele persone, senti il calore umano di coloro che hanno voglia di stare insieme e condividere le emozioni di queste Olimpiadi...Allora il concept grafico di Torino 2006: "la piazza" funziona!!!!Eccome!!!