Notizie meteo: Dato che Los Angeles si trova a metà tra il deserto ( a est) e l’oceano ( a ovest) il clima durante il giorno è abbastanza bizzarro. Infatti la mattina ci alziamo e troviamo praticamente sempre un cielo uggioso, quasi come se stesse per piovere, abbastanza freschetto. A mezzogiorno poi il cielo si apre ed esce un sole che spacca, con giornate veramente calde specialmente se si va a Downtown, dove il vetro delle facciate dei grattacieli che riflette il sole e il cemento armato regnano sovrani….innalzando precipitosamente i gradi fahrenheit.
E noi cosa decidiamo di fare stamattina????
Andare lì ovviamente…
E noi cosa decidiamo di fare stamattina????
Andare lì ovviamente…
Ok, colazionati e armati di foto e video camere partiamo in direzione est prendendo la 10. Io da bravo co-pilota decido che la prima cosa da vedere è il disney concert hall di Gehry, ma nn voglio passare per i sobborghi di downtown perché sono un po’ pericolosi…però alla fine ci ritroviamo proprio nella downtown very danger…ma alla fine, basta nn scendere dalla macchina e tenere le portiere chiuse… gli abitanti della zona sono per lo più barboni e ubriaconi, ma nn danno fastidio, conducono la loro vita tranquilla sui marciapiedi ai bordi delle strade, mentre in mezzo passano i macchinoni degli americani che se le possono permettere….
Girovaghiamo un po’ in giro per cercare il parcheggio rigorosamente nn a pagamento, nn perché siamo ragni ( nooo….) ma perché ci mancano sempre i fottutissimi quarti di dollaro per la macchinetta del parcheggio…In america infatti, ormai i parcheggi sono tutti a pagamento…metti le monetine nell’aggeggio e parte un conto alla rovescia, quando scade il tempo, il display diventa di colore rosso, come per avvertire all’addetto delle multe:” ehi guarda, qua cè un fesso da silurare con la multa!!!!!).
Troviamo parcheggio un po’ lontano, ma siamo giovani e prestanti no, quindi gambe in spalla e via.
Arriviamo quindi all’auditorium, però nn capiamo dove si entri…siamo dalla parte sbagliata, sul retro….ahhh…intanto, mentre che aspettiamo dag che aveva dimenticato le pile di riserva in macchina, facciamo conoscenza con degli italiani, milanesi un po’ bauscia, a cui io mi scollo perché sono più interessato a fotografare i dettagli dell’opera di gehry…infatti, come ci diceva Truciolo, finalmente qui il dettaglio è curato, la facciata, fatta di lastre di metallo curvate, è pulita e senza problemi di montaggio…tutto funziona e sta su bene…a parte che ci hanno detto che gehry ha dovuto cambiare dei pannelli che riflettevano troppo e che davano fastidio ai grattacieli vicini…vabbè…cito dal libro: “ Gehry, architettura + sviluppo”: Mi piacerebbe usare il marmo bianco e l’acciaio inossidabili, ma nn vogliamo utilizzare il metallo come a Bilbao: qui deve essere spesso, quindi non sarà stratificato; deve essere liscio; i giunti saranno puliti e l’edificio sarà compatto, come un aeroplano.
Allora entriamo???
Dentro il design d’interni è veramente una figata, il bianco delle pareti intonacate, il marrone del legno e il metallo delle ipe per la struttura hanno la magia di fondersi tra loro e diventare una superficie unica e liscia, bel illuminata.
Allora il tour con o senza guida costa 10 USD, quindi optiamo per la prima possibilità…anche qui sfoderiamo il nostro tesserino del poli e riusciamo ad avere un piccolo sconto, beh Apo sconto anziani, truciolo entra gratis perché fa pena con quei capelli ( nooo SCHERZO!!!).
Pima di entrare visita al bookshop, dove compro un gadget veramente cool, un cubetto con le immagini dell’auditorium sulle 6 face, più altre tre immagini che si possono comporre aprendo e ruotando le sei facce del cubo divise a loro volta da quattro cubetti ( che casino).
la nostra guida è una simpatica signora anziana, che è stata a Milano e conosce un po’ l’italia…
entriamo poi nei meandri del concert hall accompagnati da un tizio di colore identico all’ex manager di Tyson, che fa una battuta su di me mentre lo stavo filmando…..che simpa!!!
Cmq l’auditorium è veramente bello ed essenziale nelle linee, ci cono queste pareti che si piegano come delle vele al vento, tipiche dell’architettura di gehry…l’acustica è ottima, sia per i materiali utilizzati sia per i pannelli sul soffitto che sembrano dei tendoni appesi. L’organo a canne è un’opera d’arte, sembra essere uscito da un film di Tim Burton.
Pima di entrare visita al bookshop, dove compro un gadget veramente cool, un cubetto con le immagini dell’auditorium sulle 6 face, più altre tre immagini che si possono comporre aprendo e ruotando le sei facce del cubo divise a loro volta da quattro cubetti ( che casino).
la nostra guida è una simpatica signora anziana, che è stata a Milano e conosce un po’ l’italia…
entriamo poi nei meandri del concert hall accompagnati da un tizio di colore identico all’ex manager di Tyson, che fa una battuta su di me mentre lo stavo filmando…..che simpa!!!
Cmq l’auditorium è veramente bello ed essenziale nelle linee, ci cono queste pareti che si piegano come delle vele al vento, tipiche dell’architettura di gehry…l’acustica è ottima, sia per i materiali utilizzati sia per i pannelli sul soffitto che sembrano dei tendoni appesi. L’organo a canne è un’opera d’arte, sembra essere uscito da un film di Tim Burton.
Il tour si conclude all’esterno, dove c’è la fontana a forma di rosa, a cui pier nn piace tanto, progettata tramite la TAC: tomografia assiale c(????). Praticamente hanno messo una rosa dentro la macchina che fa la Tac, e ne hanno ricavato una versione tridimensionale. Con CATIA poi sono stati fatti gli esecutivi da mandare agli stampi….
E’ ora di pranzo, la fame incomincia a farsi sentire, quindi ci dirigiamo verso un mercato al coperto che conosce Truciolo…spettacolo, ci sono tanti chioschi quante sono le cucine esistenti al mondo…italiano, cinese, indiano, giapponese, messicano, ecc…noi optiamo per un cinese e ci scassiamo un ONE ITEM COMBO ( troppo figo come si legge: UAN AITEM COMBO). Un sacco di roba da mangiare in un cestino di polistirolo: riso, gamberoni fritti, spaghetti di riso e verdurine…il tutto accompagnato da un sano bicchiere di acqua ghiacciata…In America l’acqua è gratuita nei ristoranti, chioschi ecc…rigorosamente servita ghiacciata…ma cè un problema…sa di CLORO…ma si fa l’abitudine, come all’aria condizionata….
Ok, bisogna digerire il nostro lauto pranzo, quindi passeggiata per downtown….becchiamo una troupe di un nn preciso telegiornale fare un servizio, e un’altra troupe che gira uno spot ….uau…c’è una modella di colore veramente carina che attraversa la strada …l’unica parte girata lì era quella, ma nello story board ( lo spot tradotto in fumetti) capiamo che si tratta di pubblicità per scarpe…
Prossima tappa un centro commerciale per cercare le card per le telefonate internazionali…nn le troviamo, ma in compenso ci facciamo un cappuccino al bar di un hotel super lussuoso che ha le camere a centinaia di metri di altezza e alle quali si arriva solo tramite quattro ascensori…che facciamo?? Ma ci andiamo subito sopra senza pensarci no??? Sono vetrate e vanno abbastanza veloci, arriviamo all’ultimo piano e fotografiamo downtown dall’alto…a metà grattacielo c’è una terrazza molto grande, con piscina e prato, in cui si sta svolgendo un party…andiamo anche lì da perfetti imbucati…c’è una specie di convegno di indiani ( nn d’america) e giovani svaccati sul prato…uno di loro suona una cornamusa, nn so cosa centri ma la suona bene…riusciamo a scroccare da bere, un filmato alla piscina e via…verso un altro giro con gli ascensori….
Da queste parti c’è un altro museo da visitare : IL MOCA, realizzato da Arata Isozaki:
veramente nn è che siamo molto interessati alle opere esposte…infatti cè una mostra di Jean-Michel Basquiat artista contemporaneo di Andy Warhol .
E’ ora di pranzo, la fame incomincia a farsi sentire, quindi ci dirigiamo verso un mercato al coperto che conosce Truciolo…spettacolo, ci sono tanti chioschi quante sono le cucine esistenti al mondo…italiano, cinese, indiano, giapponese, messicano, ecc…noi optiamo per un cinese e ci scassiamo un ONE ITEM COMBO ( troppo figo come si legge: UAN AITEM COMBO). Un sacco di roba da mangiare in un cestino di polistirolo: riso, gamberoni fritti, spaghetti di riso e verdurine…il tutto accompagnato da un sano bicchiere di acqua ghiacciata…In America l’acqua è gratuita nei ristoranti, chioschi ecc…rigorosamente servita ghiacciata…ma cè un problema…sa di CLORO…ma si fa l’abitudine, come all’aria condizionata….
Ok, bisogna digerire il nostro lauto pranzo, quindi passeggiata per downtown….becchiamo una troupe di un nn preciso telegiornale fare un servizio, e un’altra troupe che gira uno spot ….uau…c’è una modella di colore veramente carina che attraversa la strada …l’unica parte girata lì era quella, ma nello story board ( lo spot tradotto in fumetti) capiamo che si tratta di pubblicità per scarpe…
Prossima tappa un centro commerciale per cercare le card per le telefonate internazionali…nn le troviamo, ma in compenso ci facciamo un cappuccino al bar di un hotel super lussuoso che ha le camere a centinaia di metri di altezza e alle quali si arriva solo tramite quattro ascensori…che facciamo?? Ma ci andiamo subito sopra senza pensarci no??? Sono vetrate e vanno abbastanza veloci, arriviamo all’ultimo piano e fotografiamo downtown dall’alto…a metà grattacielo c’è una terrazza molto grande, con piscina e prato, in cui si sta svolgendo un party…andiamo anche lì da perfetti imbucati…c’è una specie di convegno di indiani ( nn d’america) e giovani svaccati sul prato…uno di loro suona una cornamusa, nn so cosa centri ma la suona bene…riusciamo a scroccare da bere, un filmato alla piscina e via…verso un altro giro con gli ascensori….
Da queste parti c’è un altro museo da visitare : IL MOCA, realizzato da Arata Isozaki:
veramente nn è che siamo molto interessati alle opere esposte…infatti cè una mostra di Jean-Michel Basquiat artista contemporaneo di Andy Warhol .
Una volta avevo visto in seconda serata su rete quattro un film dedicato a lui, veramente bello…il tipo è un ragazzo di colore con dei trucioli devastanti a cui Pier forse si è ispirato, strafatto di crack 24 ore su 24, in botta piena sempre, che fa delle opere ricalcando la cultura dei graffiti, della tradizione afro-americana, durante il periodo dell’avvento dell’hip-hop e dell’art bomb negli anni 80.
Passando davanti alla biglietteria una tipa addetta del museo mi avvicina e tutta contenta, credendo che io fossi spagnolo, mi regala l’entrata…allora io gli dico che arrivo dall’italia e che nn sono ispanico, ma lei sempre più contenta ci regala i biglietti anche per dag, pier e apo….vabbè…sarà che la mostra fa schifo e sbolognano i biglietti???mah…..
La mostra nn è un granchè, in compenso il museo è molto bello, è la prima volta che entro in un opera del maestro giapponese…il bookshop del museo poi è tra i migliori che abbiamo trovato, ci sono un bel po’ di libri di architettura all’avanguardia, tra cui il fottutissimo libricino sui modellini che ho ordinato su amazon e che nn era ancora arrivato…resisto e nn lo compro….
Ok, la giornata sta per finire, nn ci resta che cenare…che fame ragazzi…tutti in appartamento ad inaugurare la cucina con una bella spaghettata *arilla made in italy e un vinello acquistato da ralph's , catena di negozi di alimentari della south california, molto cool perché molto accoglienti, arredi in legno e rifiniture color verde bottiglia, sarà che ricorda camera mia in italia ma a me piace molto lo stile…
Stay tuned!
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